Incjaroi
La Val d’Incarojo è scavata dal torrente Chiarsò e circondata da un totale di sei gruppi montuosi tra cui si erge il maestoso monte Sernio che osserva silenzioso il patrimonio verde di prati e boschi che adornano la vallata. La storia di quest’ultima è molto antica: essa trova origine nei rinvenimenti archeologici risalenti al Paleolitico del Cason di Lanza, per proseguire con le necropoli celtiche, rinvenute nella frazione di Misincinis e costruite da un popolo a cui la tradizione fa risalire numerose credenze e riti locali. Tra questi, si ricorda La Femenate, fuoco epifanico la cui tradizione viene mantenuta viva con un certo entusiasmo dai locali ancora oggi. Infine, anche la Grande Guerra – triste soggetto di racconti già popolari – ha lasciato segni indelebili sulle montagne della Val d’Incarojo con gallerie, mulattiere e trincee. Tra i pendii e il fondovalle, si erge il paese di Paularo che annovera tra i suoi abitanti gli sfuggenti ma soprattutto dispettosi Guriutz, folletti che abitano e proteggono i boschi del territorio.
Tre sono le frazioni storiche in cui il paese era diviso, come dimostrato dal suo vessillo che riporta, per l’appunto, tre torri: la prima simboleggia il gruppo delle Ville a nord, la seconda, centrale, il capoluogo, mentre la terza rappresenta coloro che abitano lungo il corso del torrente Chiarsò, che scorre verso sud. Alle tre frazioni storiche, nel corso del tempo, hanno avuto modo di aggiungersene anche numerose altre. Una tradizione molto sentita e caratteristica della contrada è quella de I Mistirs, che, come operando un salto indietro nel tempo, è capace di riportare alla vita antichi mestieri e usanze tramandati da generazione in generazione. Ogni anno, durante l’ultimo fine settimana di agosto, i borghi di Paularo si popolano di boscaioli, intagliatori, pastori e casari, fabbri, arrotini, muratori e falegnami i quali, con la loro arte, animano le vie e le piazze del paese, creando un'atmosfera suggestiva in un susseguirsi di dimostrazioni e spettacoli allietati da musica, balli e dall’immancabile cucina locale.