Curcuvint

Cercivento, Comune confinante con Paluzza sorge alla confluenza tra la Valcalda e la Valle del But ad un'altitudine di 607 metri. L'abitato è composto dalle due ville di Cercivento di Sopra e Cercivento di Sotto, oltre alle località di Vidal, Costa e Cjandelin.
L'origine del toponimo Cercivento è di derivazione latina, dal termine circum ventum, che indica la caratteristica posizione alla confluenza delle due valli, un luogo dove frequentemente spira il vento.
 

 

Anticamente la località era collocata in prossimità di un'importante asse viario che fin dalla preistoria collegava il nord Europa con l'Adriatico, la famosa Via dell'ambra, poi utilizzata dai Romani per l'espansione da Zuglio, Iulium Carnicum, verso il Norico fino al Danubio, nonchè per la romanizzazione di tutta l'area precedentemente abitata dai Celti.

Per la sua strategica posizione, i Longobardi successivamente stabilirono a Cercivento un presidio militare: i primi documenti del paese infatti, risalenti ai secoli XIII-XIV, testimoniamo l'esistenza in quest'area di alcune colonie longobarde nell'Alto Medioevo.

Uno tra gli edifici più rappresentativi è sicuramente la chiesa di San Martino, antico edificio di culto: i primi documenti scritti che ne fanno menzione risalgono alla prima metà del 1300. L'antica pieve era legata alla giurisdizione della Pieve di Gorto in Val Degano, per poi divenire soggetta all'Abbazia di San Gallo di Moggio Udinese, fondata dai monaci dell'ordine di San Gallo provenienti dall'ononima città svizzera. Agli inizi del '900 fu legata alla nuova forania di Paluzza, della quale fa parte tutt'ora.

Il paese vanta un considerevole patrimonio rurale architettonico tipico carnico, recuperato e restaurato, come le case Citars (1577), Tiridin (1634), Morassi (1690), Vezzi Pitt.

Il periodo di maggiore sviluppo architettonico, a partire dal Rinascimento, è legato alle fortune realizzate attraverso il commercio ambulante e stanziale nei paesi d'Oltralpe dai famosi Cramars, caratteristici mercanti carnici che, partendo da questa contrada, indirizzarono i loro commerci di spezie, erbe, medicinali e stoffe tra Austria, Germania, Ungheria e paesi slavi.

Oggi la tradizione legata alle erbe officinali è stata raccolta e ripresa in chiave moderna da alcune cooperative locali. 

Attualmente un elemento di valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e spirituale è rappresentato dalle opere facenti parte del percorso "Una Bibbia a Cielo Aperto", collocate in vari punti del paese a riproporre alcuni momenti delle Sacre Scritture secondo l'interpretazione di grandi artisti di tutti i tempi.